Salisburgo, Praga, Vienna : appunti di un viaggio.

Salisburgo,Praga e Vienna appunti di un viaggio a cura di C.Sbaraglia

28 luglio 2013 Ore 5,30: partenza da Pescara
Sull’’autobus gran turismo siamo ventisette, molte facce sconosciute, pochi i volti noti. Direzione nord, velocità moderata. Carmelina prende appunti mentre gerbonisfoto immortala il sorgere del sole all’orizzonte sul mare adriatico.(foto copertina)
Ai lati del pullmann sfilano paesaggi noti: le nostre colline e quelle marchigiane, il mare; nei pressi di Gradara il confine con la Romagna.

Primo ed ultimo rallentamento in territorio italiano, a  Bologna, quindi l’’infuocata pianura padana; intorno a Rovigo vasti campi di girasoli e i colli Euganei sullo sfondo alla nostra sinistra. Riflettiamo che, rispetto ai precedenti viaggi, la strada è libera e scorrevole. Ah, la crisi! Ore 13,10 sosta e pranzo presso un Ristop, sulla via di Trieste. Una turista straniera si accascia, muovendo in modo inconsulto braccia e gambe: colpo di sole, attacco di panico, epilessia o calo glicemico? Qualcuno le versa dell’acqua addosso. Non riesce a calmarsi, arriva l’ambulanza e la porta via.

Con grande sollievo(la turista poteva essere una di noi), dopo aver mangiato un panino, riprendiamo il viaggio, attraversiamo la Venezia Giulia , l’amena valle del Tagliamento fino a Tarvisio. Nel frattempo ci siamo conosciuti meglio o almeno abbiamo individuato le “sagome”: in prima fila “sua santità”
Giovanni Paolo II ,serafico e pacifico,con a fianco, sulla destra, un signore con uno strano cappello che ci ricorda quello delle guardie svizzere. In realtà il cappello è stato acquistato in Guadalupa. Alla mia destra siede un giovane (di spirito) cardiologo di nome Salvatore con la sua elegantissima signora. Che fortuna, un medico… Non si può mai sapere. Superiamo il confine: Villach prima città austriaca. Alle ore 19 arriviamo a Salzburg: città del sale,
subito riconoscibile dalla storica fortezza di Hohensalzburg . La temperatura esterna e di 38 gradi Scopriamo con dolore che l’albergo in cui alloggiamo, l’hotel Amadeo Shaffenrath,in Alpenstrasse, 115 non è dotato di aria condizionata. Le camere sembrano forni crematori.

Per giunta a cena ci viene servito un potage o consommé o brodo a 100 gradi di temperatura, si scatena fragoroso applauso. Qualcuno esclama: “Meno male… ci voleva proprio: il caldo si combatte con il caldo. Anche i Tuareg si difendono dal deserto con i mantelli di lana”. Nonostante qualche blanda protesta, nessuno di noi ha perso il buonumore e questo mi fa capire subito che i miei compagni di viaggio sono veri viaggiatori, impressione che sarà confermata nel corso di tutto il viaggio. Durante la cena la mia amica Antonietta ed io, per divertirci un po’, cerchiamo di favorire la nascita di una love story fra due single i cui nomi è meglio non divulgare, per rispetto della privacy. Però, capiamo quasi subito che “la cosa” non può funzionare, perché la lei in questione, sommersa da un profluvio di parole, sembra sul punto di svenire. Dopocena tranquillo, conversazione, passeggiata, una partita a burraco .

Carmelina Sbaraglia Autrice – Galleria gerbonisphoto 2013 tutti i diritti riservati

A mezzanotte a letto… naturalmente sotto un caldo piumino d’’oca austriaca. Buona notte a tutti.

29 luglio Alle sei in piedi, basta poltrire! Salisburgo ci aspetta e ci fa una bella sorpresa, la temperatura è scesa da 38 a 21 gradi La colazione è buona e
abbondantissima, fra i cibi una pasta con una salsa particolare che sembra maionese. La hall è gremita da un’orda di cinesi che dall’aspetto sembrano giapponesi. (Lo so perché ho parlato con loro sfoderando il mio inglese). Partiamo per il tour della città con venti minuti di ritardo. Le due ritardatarie sono accolte con un applauso di incoraggiamento. Mai nessuno più arriverà in ritardo.
Nel giardino di Mirabel, incantevole per il gioco di colori delle aiuole, le statue, le fontane, ci accoglie la nostra guida, Georg, un signore alto, con gli occhi malinconici, contraddistinto da una buona conoscenza dell’italiano e da uno spiccato senso dell’umorismo. Ci saluta con l’espressione “gruss Gott” il vero
saluto austriaco e ci accompagna nella visita del giardino, quindi della città. Per comprendere Salisburgo e la sua storia bisogna tener presenti due elementi: il sale e la Chiesa cattolica: le miniere di sale, oltre che la felice posizione geografica, hanno determinato la ricchezza della città; la Chiesa cattolica, la
ricchezza artistica e l’impronta architettonica della parte antica, dominata dal barocco importato da Roma. Attiguo al giardino sorge il palazzo Mirabel, (nome italiano che significa bello da ammirare) che fu fatto costruire dall’arcivescovo principe Archibald Theodoricus. (Precisiamo che questa notizia non combacia con quanto si trova nella guida del Touring, o su wilkipedia ma forse la guida ci ha fornito il nome latinizzato) . L’’Arcivescovo veniva qui nel
suo tempo libero per incontrare amici, ascoltare musica, bere del vino ed altro… (Il tono della guida ci autorizza a malignare).
Attualmente il palazzo è sede del municipio (rathaus) dove si trova la sala di marmo più bella del mondo, adibita alla celebrazione dei matrimoni. Attraversato un ponte, sul fiume Salzach entriamo nella città vecchia (altestadt) che ha la forma di una mezza luna; lungo il fiume si trovava la città del popolo (un terzo dell’’ Architettura totale) , sulla strada parallela gli edifici appartenenti alla Chiesa (due terzi, anche se numericamente gli uomini di chiesa erano molto meno). Le case dei cittadini non sono state demolite, conservano ancora l’aspetto medievale, gli edifici della Chiesa sono in stile barocco italiano. In alto, verso il castello: la collina dei monaci, nella parte opposta il colle dei Cappuccini, presso di loro è stato ospite papa Woitila nel 1988.
Percorriamo quindi l’elegante Getreidestrasse , così chiamata dal rumore che facevano i cavalli sulla strada(traben ),detta anche via delle insegne, che in passato sostituivano il numero civico. Lungo questa via troviamo , al N. 9, al terzo piano, la casa natale di Mozart che qui visse dal 1747 al 1773 con il padre Leopoldo, la madre Annamaria e la sorella Marianna. Nella casa natale, molto piccola, non è rimasto quasi nulla degli arredi originali, interessante il meccanismo dei primi campanelli di cui erano dotati tre appartamenti del palazzo. Nel 1773 la famiglia si trasferì in un’altra casa più grande, nella odierna piazza del mercato. Nella stessa piazza nacque e visse Herbert von Karajan,grande direttore d’orchestra Camminando oltre ci addentriamo nella”città della
Chiesa”, visitiamo la Chiesa del’Università (teologica) progettata da un allievo del Bernini, il tedesco Jhon Fisher; quindi la bella basilica francescana e la Chiesa dei benedettini. Scherzando la guida ci dice che nel Seicento, a Salisburgo, c’erano più chiese che suocere. Avanziamo estasiati da tanta bellezza, ci attardiamo cercando di immagazzinare i particolari e la guida che ha delle ampie falcate, ma sembra avanzare con lentezza , ogni volta che la raggiungiamo, ci accoglie gridandoci con la sua voce profonda:“lumaconi, tartarughe”; se qualcuno appare distratto all’’improvviso alza il tono di voce e gli grida nelle orecchie facendolo sobbalzare. Arriviamo infine al clou dell’itinerario: piazza Duomo. Qui l’arcivescovo Theodoricus si è dato molto da fare: ha distrutto tutto ciò che c’era nella piazza, ha spostato il cimitero, ha fatto demolire l’antica Chiesa, costruire il Duomo (1628), il suo palazzo ufficiale, quello dell’amministrazione. Con la fine del principato due secoli fa, i vari dominatori hanno saccheggiato e portato via tutto ciò che si poteva trasportare. Il
Duomo, distinguibile da lontano per la grossa cupola e le torri gemelle, è la prima chiesa Barocca del Nord, prototipo di altre cento chiese, con lavoro interamente italiano, dalla progettazione (architetto Solari) alle maestranze (maestri comacini) . Per questo Salisburgo è chiamata “ la Roma del Nord”. L’’arcivescovo era coadiuvato dal Capitolo, formato da 24 alti prelati che avevano il potere di nominare il successore dell’arcivescovo (dopo contrattazioni). Il 16 ottobre 1944 una bomba degli americani è caduta sul Duomo, distruggendone la cupola, senza fare grossi danni. Si consideri che Salisburgo è a soli tre chilometri dalla Germania, inoltre Hitler nel 1930 aveva acquistato una casa a dieci chilometri dalla città (il nido delle aquile) dove aveva trasferito
il potere. Per questo la città è stata bombardata La fonte battesimale del Duomo è più antica del Duomo stesso, la base del Duecento, il corpo del Trecento. Qui sono stati battezzati W. A. Mozart e Joseph Mohr, autore del celebre canto natalizio Stille Nacht che i Gesuiti hanno diffuso in tutto il mondo Nei pressi del Duomo a destra della omonima chiesa, anch’essa barocchizzata visitiamo la trecentesca abbazia benedettina di San Pietro che fu fondata dal monaco tedesco, poi diventato vescovo e santo, San Ruperto, patrono della città. E’ il convento maschile più antico a nord delle alpi, di grande importanza per tutto il Medioevo . In uno dei tre cortili San Ruperto è riconoscibile dalla mitra e da un cestello contenente sale. In questa abbazia papa Woitila si è fermato per un giorno intero. Riprendiamo la strada, lungo il fiume tre edifici, ricavati dalla ristrutturazione di antiche scuderie che ospitano un festival musicale e teatrale
importantissimo,denominato dell’’uomo qualunque. Il festival si svolge tra il 25 luglio e il 31 agosto e richiama cinquanta mila spettatori da tutto il mondo. Salutata calorosamente la guida , dopo l’ultima barzelletta sulle suocere, facciamo sosta per il pranzo presso un best western in Rainerstrasse 14

Partenza ore 14,50 per Praga. Salisburgo, addio! Man mano la pioggerellina si trasforma in una pioggiona, il nostro bravo autista guida con prudenza. Percorriamo l’A 1: Linz, Brno, Praga, 380 chilometri. Nei pressi di Linz la strada si blocca: traffico o incidente? Molti i camion. Dopo mezz’ora scopriamo che si tratta di un incidente colossale in cui sono stati coinvolti molti autoveicoli, forse un tamponamento a catena; alcuni mezzi sono stati già rimossi, numerose le auto della polizia ,delle ambulanze e dei vigili del fuoco. Prima che ci deviino in un’area di servizio, facciamo in tempo a vedere, sulla corsia opposta, ora completamente bloccata, la carcassa di un tir che trasportava una grossa gru incastrata in un ‘autocisterna che si è incendiata e non appare del tutto spenta. Siamo tutti inorriditi. La pioggia diventa sempre più intensa, al confine qualcuno acquista un film sulla spedizione spaziale dell’Apollo 13 ma è in inglese, sottotitolata in ceco.

Alle 21,10 arriviamo a Praga e all’’hotel Diplomat, in Namesti Republiky, 5, molto accogliente, quattro stelle. Conclusione: mattina fortunata con una guida simpatica. Pomeriggio nell’acqua, strada difficile.

Nota amara: Commentando il Duomo di Salisburgo la guida ha concluso: Una volta gli Italiani erano in gamba, oggi solo bunga bunga!
Trasmesso per la pubblicazione da Carmelina Sbaraglia.

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