96° Anniversario di Pescara Provincia

96° ANNIVERSARIO DI PESCARA PROVINCIA

di E.Mancinelli

Dopo la prima guerra mondiale, alla foce del fiume Pescara, esistevano due cittadine molto diverse tra loro: Pescara (fig. 1) ,
l’attuale Portanuova a sud , cresciuta sui resti della fortezza cinquecentesca che presidiava il fiume e la statale 16 adriatica all’innesto della via Tiburtina-Valeria , sbocco della più importante valle d’Abruzzo e Castellammare Adriatico (fig.2) a nord del fiume nel lembo di terra che si allunga tra le colline e il mare, con il nucleo urbano sui colli e attorno alla stazione ferroviaria.
Le due cittadine avevano caratteristiche assai diverse tra loro.
Pescara apparteneva alla provincia di Chieti ed era commerciale, artigianale e popolare ; (fig. 3)
Castellammare Adriatico facente parte del comprensorio di Teramo , borghese, signorile e turistica (fig.4)scandita dalle ville di grandi possidenti.
Il quadro politico e sociale dei due centri adriatici ,nei tempi che precedettero l’unificazione, era quello del resto della penisola: nella spirale degli avvenimenti del ventennio fascista.
Già si pensava all’unificazione delle due cittadine ma alcuni dissidi ed interessi politici e la campanilistica rivalità tra gli abitanti delle due sponde ritardarono l’evento. Nel 1918 i due consigli comunali votarono una risoluzione congiunta che auspicava l’unificazione in un’unica città.
La scelta del nome cadde, per non fomentare la rivalità tra le due parti, su un più neutro Aterno di antica dignità storica.
il 16 maggio del 1924 Mussolini confermava a D’Annunzio (fig.5) questa scelta così :Quanto alla città di Aterno, essa è già fatto compiuto.
Ma gli eventi politici che seguirono, anche a causa del delitto Matteotti, paralizzarono il parlamento da poco eletto, per cui il disegno di legge si perse per strada.
Ma, quando tra la fine del 1926 e l’inizio del 1927 il provvedimento fu varato, il nome Aterno non vi era contenuto.
Del resto Gabriele D’annunzio, in virtù dell’influenza che aveva sul duce, portò quest’ultimo a dire che mai avrebbe sacrificato sull’altare della pace il nome del luogo natale del poeta.
La causa di Pescara provincia era stata perorata da sempre anche da un esponente politico di grande rilievo dell’epoca Giacomo Acerbo (fig.6) ministro prima dell’agricoltura , poi delle Finanze , vicepresidente della Camera e ideatore della Coppa Acerbo (fig.7) leggendaria gara automobilistica svoltasi a Pescara dal 1924 al 1961.
Ci fu un incalzante susseguirsi di carteggi telegrafici tra il vate e Mussolini annuncianti la prossima elevazione a Provincia. La comunicazione ufficiale del duce, che giunse il 6 dicembre 1926 a Gabriele D’Annunzio a Gardone nel suo Vittoriale (fig.8) ,
recitava così :” Oggi ho elevato la tua Pescara a capoluogo di provincia: Te lo comunico perchè credo che ti farò piacere. Ti abbraccio”
E D’Annunzio rispose “Sono contentissimo della grande notizia e sono certissimo che la mia vecchia Pescara, ringiovanita diventerò più operosa e ardimentosa per dimostrarsi degna del privilegio che oggi le accordi. Ti abbraccioò E il poeta così telegrafò al Sindaco di Pescara Umberto Ferruggia “Il primo ministro graziosamente mi comunica che oggi ha elevato la mia Pescara a capoluogo di provincia. Sono certo che Pescara con moltiplicata operosità si mostrerò degna del privilegio.
Mando a tutti i miei concittadini il più lieto e fiero saluto”.
Ma in nessuno dei due telegrammi si accennava ad un particolare ugualmente importante e subito comunque noto: cioè che il nome Aterno non vi era contenuto . Infatti il regio decreto legge del ” 2 gennaio 1927, in cui vennero create 17 nuove provincie in Italia, prima elencò Castellammare fra i comuni costituenti la nuova provincia di Pescara poi all’articolo 4° stabilì Il comune di Castellammare è unito a quello di Pescara”.
Il giorno seguente Gustavo de Landerset , con freddezza formale, dichiarò che il duce aveva disposto ( fig. 9)
e perciò i castellammaresi erano chiamati a fare una rinuncia e concluse con un omaggio al poeta pescarese.
Subito esplose l’agitazione in quanto la semplice unione di Castellammare a Pescara , superstite solo il nome di quest’ultima, non realizzava assolutamente l’aspirazione nel modo in cui era stata vagheggiata insieme, ma stabiliva la semplice aggregazione di Castellammare a Pescara e dunque la sua scomparsa sull’altra. Numerose furono le proteste dei castellammaresi testimoniate da documenti ufficiali quali il verbale di una riunione di notabili di Castellammare del 30 dicembre del 1926 e un articolo de “Il Litorale Adriatico” di gennaio del 1927 che riferiscono di una imponente adunata di popolo delle due città tenutasi sempre il 30 dicembre al teatro Pomponi. In essa Giacomo Acerbo definì inopportune e inutili le agitazioni che, secondo il settimanale teatino-pescarese La Provincia e La Nuova Fiaccola del 21 dicembre, furono dei veri e propri incidenti, tanto che le autorità furono costrette a inviare agenti e carabinieri per vigilare il ponte e per calmare l’ira delle bande avversarie.
Ci fu qualcuno che protestò in modo pacifico facendo dei grossi timbri, che riproducevano un cuore trafitto da una lancia con la scritta Castellammare uccisa e li impresse sui muri e le porte.
Il 18 dicembre la calma sembrava ristabilita ma la città non si rassegnava alla pura e semplice annessione e alla sopravvivenza del solo nome Pescara.
Gabriele D’Annunzio in un telegramma a De Landerset che parlava di sacrificio degli uni e esaltazione degli altri, lo consolò con la dichiarazione Sono Castellammarese da sempre non meno che pescarese Così scomparve il nome di Castellammare.
Il nome riappare saltuariamente: come una squadra di calcio nei campionati minori, a designazione sia della fascia litoranea appartenente al comune soppresso chiamata Riviera di Castellammare, sia della frazione più antica raccolta intorno alla Madonna dei Sette Dolori. Viene usato da tutti infine per indicare non solo la stazione ferroviaria ma anche la vecchia Castellammare che la circonda.
La formazione della quarta provincia abruzzese (fig.10),
e con essa l’inserimento di un quarto capoluogo all’interno delle dinamiche locali , costituirono un’autentica svolta che avrebbe segnato la storia dell’Abruzzo contemporaneo.
Sono passati otto decenni e la vita civile, sociale, economica , culturale del territorio provinciale pescarese ha conosciuto straordinarie evoluzioni.
L’Amministrazione provinciale di Pescara, per celebrare degnamente questo anniversario , ha deciso di dedicare tutto l’anno 2007 alla riflessione collettiva sugli 80 anni della quarta provincia abruzzese. Sarà programmata una cospicua serie di manifestazioni e verranno realizzati vari prodotti culturali nel corso dell’intero anno che diventerà celebrativo nel suo complesso.
Per progettare , promuovere e coordinare l’insieme delle varie iniziative è stato formato un Comitato storico-scientifico sotto la presidenza onoraria del Presidente della Provincia di Pescara Giuseppe De Dominicis , il coordinamento dello storico Enzo Fimiani , la partecipazione di uno dei più grandi studiosi della storia della città e del territorio provinciale il professore Raffaele Colapietra e di altri noti protagonisti della cultura locale e nazionale.
Tale Comitato sarà affiancato da un Comitato d’onore supportato da uno staff organizzativo interno alla Provincia coordinato dall’assessore provinciale alla cultura Paolo Fornarola.
Elisabetta Mancinelli
Le foto sono tratte dall’archivio dello studio fotografico di Tonino Tucci che ne autorizza la pubblicazion

2 risposte a “96° Anniversario di Pescara Provincia”

  1. Caro Amici :

    ho visitato pescara nel 2011, e bella…ho trovato la mia nonna, Concettina Di Biase, nato nel 1898, ha visuto in Castellammare fino al 1926….desiderio di trovare la mia famiglia a Pescara……Grazie !!!

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